Le città di RAM è un progetto realizzato a Paliano, con opere di Carlos Garaicoa, Armin Linke-Paola Di Bello, Alberto Garutti, Donatella Scalesse e Lorenza Lucchi Basili. La ricerca di questi artisti si concentra su una mappatura dei diversi modi di sentire e vivere le città nei loro ricchi lati culturali e umani. Si va dalle registrazioni video della periferia di San Paolo (Linke-Di Bello), alle immagini dei grattacieli di New York (Lucchi Basili); dal fascino delle delicate prospettive aeree costruite con fili su un tavolo di cedro (Garaicoa), al colore delle tele che traboccano nei loro dintorni (Scalesse), o all’immagine simbolica di Istanbul, narrata su un grande poster che mostra il ponte illuminato sul Bosforo che collega idealmente l’Oriente all’Occidente (Garutti). Partendo dalle opere materiali vere e proprie, e trasmettendo attraverso Internet, RadioArteMobile, diventa il luogo di incontro virtuale e trasversale dove gli artisti si riuniscono idealmente piuttosto che fisicamente, e grazie a una serie di interscambi telefonici riescono ad aggiungere nuove sfaccettature al tema della Città. Lawrence Weiner filtra il significato della propria ricerca iniziata negli anni Sessanta principalmente in relazione al lavoro svolto negli spazi pubblici di New York. Ken Lum, raggiunto a Vancouver (Canada), racconta gli stimoli di vivere e lavorare in una città melting-pot, crocevia di razze e culture mentre l’economista Pier Luigi Sacco parla dalla location delle ragioni finanziarie della recente crescita artistica a Minneapolis e Vancouver.
L’artista cubano Carlos Garaicoa – il cui lavoro si basa sull’architettura e sulla città, quest’ultima vista come una struttura effimera a metà strada tra realtà e utopia – chiama gli artisti Luis y Miguel che lavorano a L’Avana e li porta a suonare evocando i suoni della città.
Dall’Albania Anri Sala si unisce con una descrizione del fermento e delle idee che animano quest’area della regione balcanica e degli interventi artistici nel tessuto urbano di Tirana.
Le note del brano degli anni Cinquanta di Renato Carosone “Istanbul-Costantinopoli” rappresentano il contributo live di Bruna Esposito. L’architetto Stefano Boeri si focalizza sul progetto in corso con Multiplicity raccontando la storia dello sviluppo dell’enorme area edificata dell’hinterland milanese.
Francesco Careri (Stalker), guidando nei dintorni di Roma, parla dal cellulare e racconta di quei “lunghi passaggi nomadi”, che sono zone non strutturate parallele alla città, le rotte dei rifugiati e degli irregolari. Zineb Sedira contattata a Londra si vede in relazione alla metropoli come luogo di interazione e incontro di culture diverse.
Luca Vitone, da sempre impegnato sul tema delle città, crede che la città sia il centro delle relazioni e della registrazione storica della vita contemporanea, lo spazio in cui lo straniero e gli indigeni si confrontano.
Il contrappunto della città come luogo di socialità e di interscambio è al centro delle ricerche di Pietro Capogrosso il cui tema è il bunker visto come desiderio di totale isolamento, che porta con sé il privilegio dell’osservazione da un luogo incontaminato. Le voci attraverso RAM sono lo strumento investigativo per lo scambio di parole e informazioni.